Politica

Napoli: teni mm n’idea

oltre l’emergenza. Le parole e i progetti di 20 protagonisti della vita della città

di Redazione

Una settimana sotto i riflettori .
Politici e tvnel tunnel dei rifiuti

Napoli, 21 maggio 2008. Nella sede della prefettura del capoluogo si è tenuto il primo Consiglio dei ministri in formato trasferta del governo Berlusconi. Napoli, 26 maggio 2008. Gianni De Gennaro, lascia (salvo proroghe dell?ultima ora) la carica di commissario straordinario per i rifiuti. A pochi giorni dall?addio sulle strade della Campania giacciono 50mila tonnellate di rifiuti. Missione fallita.

Nella settimana in cui Napoli ha avuto tutti i fari della ribalta puntati su di sé, l?immagine scaricata sul grande pubblico dai mass media è quella di un buco nero senza via d?uscita. «Qui il senso civico non esiste, è inutile che facciamo appello a qualcosa che non c?è», ha spiegato Salvatore Perrotta, sindaco di Marano, uomo senza dubbi e senza speranze. Queste dichiarazioni gli sono valse le prime pagine del più importante quotidiano italiano. Eppure c?è qualcosa che non torna. L?economista Marco Vitale, nel suo Viaggio nell?economia campana pubblicato il 19 novembre scorso, ha rivelato che il 2006 e il 2007 per la Campania sono stati anni di ripresa. Il valore aggiunto è aumentato dell?1,7% contro l?1,3% nazionale. Il Pil è cresciuto del 2,7% contro l?1,6% del Sud e l?1,7% dell?Italia. E ancora. Sostiene Vitale: «L?elenco delle cose da fare è lungo, ma il rilancio del porto di Napoli dal declino in cui era caduto è già classificabile come un importante successo». Poi ci sono le vere e proprie eccellenze.

Come il distretto di oreficeria e gioielleria del Tarì. Con il suo fatturato aggregato annuo di 800 milioni, le 370 aziende consorziate e i 400mila operatori secondo Vitale «il miglior distretto di nuova generazione che abbia mai visto». Ma non è certo questo l?unico successo partenopeo. C?è quello del complesso Cis-Interporto di Nola-Vesuvio Buono o la crescita del settore aerospaziale. E poi, segnala sempre Vitale, i cantieri di Baia, la Firema trasporti, il consorzio Gragnano città della pasta e il Magaldi Group. L?elenco potrebbe continuare comprendendo le numerose associazioni che ancora oggi non hanno alzato bandiera bianca. Tutte con una certezza. Per dirla col cardinal Sepe: «Napoli non morirà».

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